AermacchiLokheed AL-60-B

Specifiche Tecniche
Denominazione : AL-60-B Santa Maria
Tipologia : Utility aircraft
Costruttore : Aermacchi
Nazione : Italia
Anno di Produzione : 1959
Dimensioni
Lunghezza Fusoliera : 8,79 m
Apertura Alare : 11,84 m
Altezza : 3,25 m
Superficie Alare : 19,54 m²
Pesi
A Vuoto : 998 kg
Massimo Al Decollo :  1.746 kg
Propulsione
Continental TSIO-470-B-A1A
260 CV
Prestazioni
Velocità Massima : 270 km/h
Velocità di Crociera : 206 km/h
Autonomia : 885 km
Tangenza : 6.700 m
Storia

L’Aermacchi AL-60 era un aeroplano leggero civile sviluppato verso fine anni ‘5O-inizio anni ’60. originariamente progettato da Al Mooney presso Lockheed. A seguito della decisione dell’azienda americana di non procedere con la produzione del velivolo negli USA. L’AL-60 venne fabbricato in piccole quantità in Messico (40 esemplari) ed in Argentina (12 esemplari) e su licenza dalla italiana Aermacchi e dalla sudafricana Atlas Aircraft Corporation. I due unici prototipi costruiti da Lockheed, designati L-402, volarono nel l9S9, ma successivamente l’azienda valutò molto basso l’interesse del mercato USA per l’aeroplano e di conseguenza non lanciò la produzione di serie. I 40 velivoli prodotti in Messico da Lockheed-AZcarate vennero designati LASA-60. Mentre i 12 velivoli prodotti in Argentina da Lockheed-Kaiser mantennero la designazione L-402. Aermacchi acquistò la licenza di produzione dell’ AL-60 in data 27 novembre l9S9. La variante inizialmente prodotta fu la AL-60-B “Santa Maria” (8S esemplari), che in seguito venne modificata e potenziata per vari clienti africani in AL-60-C. Tra le modifiche apportate vi furono l’adozione di un propulsore potenziato Lycoming GS0-480B1 da 340 HP e l’introduzione del carrello di tipo triciclo-posteriore. La variante AL 60-C fu anche costruita su licenza dalla sudafricana Atlas Aircraft Corporation, con designazione AL-60-C4M “Kudu” (una specie di antilope). L’accordo di licenza prevedeva 40 esemplari, che prestarono servizio presso la South African Air Force tra il 1974 ed il 1991. Una certa quantità di AL-60-C4M Kudu sono tutt’ora mantenuti in condizioni di volo da privati ed hanno dimostrato buone doti come velivolo per paracadutismo sportivo. Risulta in atto uno studio per ri-motorizzare i Kudu con propulsori turboelica (progetto “Atlas Angel” o turbine Kudu). Nel 1968 Aermacchi vendette i diritti per la produzione del velivolo alla azienda canadese Northwest lndustries di Edmonton. la quale sviluppò a partire dall’AL-60 il progetto Northwest Ranger. che venne però estinto nel 1972 con la produzione di soli 4 esemplari. La variante definitiva del AL-60 può essere considerato l’Aermacchi AM-3 (designazione interna MB-33S), risultato di uno sviluppo congiunto Aermacchi-Aerfer in risposta ad un requisito dell’Esercito Italiano per la sostituzione del velivolo Cessna L-19. L’AM-3 utilizzava l’ala dell’AL-60 con l’aggiunta di due punti di aggancio-armamento, unita ad una nuova fusoliera che prevedeva pannelli di rivestimento-cabina in fibra di vetro. Il primo prototipo volò il 12 maggio 1967 ed il secondo il 22 agosto 1968, ma il velivolo perse il concorso dell’Esercito Italiano che venne vinto dal SIAI Marchetti SM-1019. Nel settembre 1970 tuttavia la South African Air Force ordinò 40 esemplari della versione AM-3C, dotata di motore potenziato Piaggio-Lycoming GS0-480-BIB6 da 360 HP, che vennero designati AM-3CM Bosbok (Bush-buck, una specie di antilope) . I primi otto velivoli vennero costruiti in Italia, mentre i successivi 32 vennero assemblati in Sudafrica presso Atlas. Operarono con i colori della SAAF tra il 1973 ed il 1992. Il velivolo esposto, già di proprietà di Costantino Bertolina, è stato donato nel 2012 al Museo dalla vedova Bertolina Luigia Magni.

Si ringraziano la Famiglia Bertolina e l’lng. Maurizio Maroni.

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