L’addestratore MB-326 è l’aereo a reazione di progetto italiano realizzato nel maggior numero di esemplari. Universalmente apprezzato per le sue qualità di volo, è ancora in servizio in molti Paesi. Studiato a partire dal 1953 da Ermanno Bazzocchi (1914-2005), aveva tra i punti di forza nelle eccellenti qualità addestrative, la semplicità ed il basso costo. Il prototipo, costruito in soli 18 mesi, fu portato in volo il 10 dicembre 1957 da Venegono da Guido Carestiato (1911-1980). Fu prodotto in 762 esemplari, dei quali 413 su licenza in Australia, Brasile, e Sud Africa, contribuendo alla nascita delle loro industrie aeronautiche ed equipaggiandone le pattuglie acrobatiche. L’Aeronautica Militare ne ha utilizzati 131, in dotazione alla Scuola Volo Basico Iniziale Aviogetti di Lecce dal 1962 al 1984. L’Alitalia ha utilizzato dal 1963 al 1967 la speciale versione MB-326-D per formare i piloti di linea. La versione G ne sfruttava il potenziale di sviluppo per l’impiego in ruoli operativi. Quella finale fu la K, da attacco al suolo, con motore Viper 632-43 giunto a 1.814 kgs. La configurazione strutturale del K è servita tra l’altro da base per lo sviluppo dell’MB-339. L’esemplare esposto è il più antico MB-326 esistente. Si tratta del secondo prototipo, MM.572, portato in volo da Carestiato il 22 settembre 1958 con il motore Viper 9. Un mese dopo fu valutato in Francia. Ricevute le prese d’aria maggiorate per il più potente Viper 11, rivolò il 30 maggio 1959. Con la sigla civile I-MAHI partecipò ai saloni di Parigi del 1959 e 1961 e fu dimostrato in Svezia. Dopo il servizio presso il Reparto Sperimentale Volo dell’Aeronautica Militare, fu assegnato alla Scuola Specialisti di Capua. Recuperato da Aermacchi negli anni Ottanta, fu restaurato ed esposto a Venegono nei colori del prototipo MM.571. Donato all’Aeronautica Militare nel 1999, è in prestito al Museo dal 2010.
Si ringrazia: Aeronautica Militare Italiana.